domenica 11 gennaio 2009


Sono 850 le vittime palestinesi di 16 giorni di offensiva israeliana
I carri armati israeliani a Gaza City

Olmert: «Vicini agli obiettivi fissati»
Razzi lanciati dalla Striscia hanno colpito Beersheva provocando danni materiali ma non vittime
Gaza: Onu riprende aiuti

GAZA - L'esercito israeliano avanza lentamente verso il centro di Gaza City. Prima dell’alba, i blindati con la stella di Davide sono penetrati nel quartiere periferico di Sheikh Ajlin, mentre colpi di cannone hanno sventrato il quartiere di Tal al-Hawa. Il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha annunciato che l’offensiva «Piombo fuso», che ha fatto più di 850 morti dal suo avvio il 27 dicembre, «si avvicina ai suoi obiettivi». Il viceministro della Difesa, Matan Vilnai, ha detto alla radio di Stato che l'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza «sembra» vicina alla fine.

FAMIGLIE IN FUGA - Decine di famiglie, con un gran numero di bambini e qualche effetto personale, stanno scappando dalla periferia per cercare riparo in luoghi più sicuri. Secondo l’Onu, 25mila persone hanno lasciato la propria dimora a causa dei combattimenti e si sono rifugiati nei centri di accoglienza di fortuna allestiti nelle scuole o negli edifici dell’Agenzia Onu per i rifugiati (Unrwa). La periferia di Gaza città è stata teatro di violenti combattimenti: i militari di Tsahal, l’esercito israeliano, hanno preso posizione sui tetti delle case per attaccare i miliziani di Hamas, che hanno risposto con razzi anti-carro e facendo esplodere mine per tentare di impedire l’avanzata dei tank israeliani. Il loro ingresso massiccio in città era previsto dopo l’annuncio ieri, anche con il lancio di volantini, della «terza fase» dell’offensiva, caratterizzata soprattutto dalla ricerca meticolosa di ogni terrorista e di ogni deposito di armi. Dieci combattenti di Hamas e della Jihad islamica sono stati uccisi, oltre a due civili secondo fonti ospedaliere. Le violenze sono proseguite anche nel nord della Striscia. Un colpo d’artiglieria sparato dagli israeliani ha centrato una casa di Beit Lahiya, uccidendo due donne e quattro bambini. In tutto, soltanto stamattina sono morte 26 persone, secondo fonti mediche locali.

LA NOTTE - Esplosioni e fiamme hanno illuminato il cielo sopra Gaza durante la notte, mentre numerosi carri armati si avvicinavano a Gaza City. Le forze armate israeliane hanno annunciato di avere bombardato 60 obiettivi durante la notte fra sabato e domenica. L'aviazione - ha detto un portavoce militare - ha colpito tra l'altro tunnel usati per il contrabbando di armi e una moschea nel sud della Striscia di Gaza, trasformata in deposito di armi e luogo di addestramento.

DIECI ATTACCHI AEREI - La fonte ha parlato anche di dieci attacchi aerei contro gruppi armati palestinesi e segnalato una serie di scontri tra miliziani e fanteria israeliana. Non ha riferito di perdite tra i soldati di Tsahal. Secondo fonti mediche quattro palestinesi sono stati uccisi e una decine feriti nella notte in tutta la Striscia di Gaza. Non è stato specificato se si tratti di miliziani o civili. Sempre nella notte tre razzi sono stati lanciati dalla Striscia contro il territorio israeliano. Hanno colpito Beersheva provocando danni materiali ma non vittime. Secondo le testimonianze di medici palestinesi, gli israeliani hanno lanciato bombe al fosforo contro numerose abitazioni a Khouza, nel sud. Una donna è stata uccisa e almeno cento persone sono state ferite, per lo più ustionate o intossicate. Il portavoce dell’esercito israeliano ha categoricamente smentito l’uso di armi al fosforo bianco. Anche ad est e a nord della Striscia sono in corso violenti combattimenti, dichiarano fonti di Hamas, in particolare ad Ajlin e Zeitoun. Secondo i medici sabato sono state uccise almeno 30 persone, poche delle quali erano militanti di Hamas. Sono 850 le vittime palestinesi di 16 giorni di offensiva israeliana.

OLMERT: «VICINI AGLI OBIETTIVI» - «Israele si avvicina agli obiettivi che si è prefissato» nell'operazione 'Piombo fuso' contro Hamas a Gaza. Lo ha detto il premier israeliano Ehud Olmert, aprendo la consueta riunione del consiglio dei ministri. «Non possiamo lascirci sfuggire all'ultimo momento quanto è stato finora conseguito con grandi sforzi», ha aggiunto il primo ministro. «Nessun Paese al mondo, anche quelli che ci fanno la predica, avrebbero mostrato un autocontrollo maggiore» ha osservato Olmert. «Siamo stati costretti ad intraprendere una operazione con una decisione che era inevitabile - ha proseguito - in aiuto dei figli e dei nostri cittadini che si trovavano in una situazione insopportabile» per i continui lanci di razzi palestinesi da Gaza. «Sapevamo fin dall'inizio che non sarebbe stato semplice e che quanto viene considerato normale altrove è a malapena accettabile per Israele»: un riferimento alla necessità di impedire che le sue città siano continuamente attaccate con razzi e mortai. Olmert ha anche ribadito che per quanto concerne la sicurezza dei propri cittadini Israele non accetterà di farsi dettare limitazioni dal mondo esterno: un evidente riferimento alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per un immediato cessate il fuoco a Gaza.


11 gennaio 2009

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