venerdì 2 gennaio 2009

Gaza


Gaza - E' battaglia a Gaza tra esercito Israeliano e militanti palestinesi dopo che le truppe dello Stato ebraico hanno invaso la Striscia.
Sono 38 e in maggioranza civili i palestinesi rimasti uccisi dall'inizio dell'attacco di terra.
Cinque di essi sono morti in un frequentato centro commerciale colpito dalle cannonate dell'esercito israeliano; 40 i feriti. E cinque membri della stessa famiglia hanno perso la vita sotto i proiettili di un carroarmato che hanno colpito la loro auto.
L'esercito ha praticamente circondato gaza City e i suoi 500mila residenti. Un fronte molto caldo e' quello a est di Zeiton, una delle roccaforti del movimento islamista. Le forze israeliane hanno assunto il controllo delle principali arterie che attraversano la Striscia da nord a sud, tagliandola praticamente in due. Nei combattimenti sono rimasti feriti trenta militari.

Intanto le forze aeree israeliane continuano a bombardare e anche oggi sono stati colpiti diversi bersagli, tra cui i tunnel che collegano la Striscia all'Egitto, spesso usati anche per il contrabbando di armi da parte dei gruppi palestinesi armati. Sono oltre 500 i palestinesi uccisi dall'inizio dell'offensiva israeliana sulla Striscia, che dura ormai da nove giorni.
I militanti di Hamas continuano a lanciare razzi sul sud di Israele: 30 oggi hanno colpito Sderot e due persone sono rimaste lievemente ferite. In Cisgiordania un palestinese e' rimasto ucciso in scontri con l'esercito israeliano durante una manifestazione di protesta.
Secondo fonti mediche, la vittima, 22enne, e' stata raggiunta da un colpo d'arma da fuoco alla testa, sparato dai soldati che erano stati presi a sassaiole.
E mentre Hamas sostiene di tenere in ostaggio due soldati israeliani catturati durante gli scontri, notizia smentita dall'esercito israeliano, il premier dello Stato ebraico, Ehud Olmert, ha annunciato che Israele "non e' interessato ad aprire nuovi fronti oltre che quello a Sud", escludendo cosi' che la prossima mossa sia quella di colpire Hezbollah, in Libano.


Prima della riunione del Consiglio dei ministri a Tel Aviv, Olmert ha ribadito che "Israele non sta combattendo contro il popolo palestinese" ma contro Hamas. Gli abitanti della Striscia di Gaza, ha osservato, "non sono i nostri nemici, sono anche loro vittime della violenza e dell'oppressione micidiale dell'organizzazione terroristica".
Il ministro della Difesa, Ehud Barak, ha detto che l'operazione di terra serve a proteggere il Paese dagli attacchi con i razzi. Fumata nera intanto al Palazzo di Vetro: il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, riunito nella notte in sessione di emergenza, non e' riuscito a trovare un accordo su una risoluzione che chiedesse un cessate-il-fuoco tra Israele e Hamas. La Libia, unico Paese arabo presente in Consiglio, aveva presentato un testo in cui esprimeva "seria preoccupazione per l'escalation della situazione a Gaza" e chiedeva a entrambe le parti di osservare "un cessate-il-fuoco immediato". Ma gli Stati Uniti non hanno voluto sostenere il documento, perche' non faceva alcun riferimento alla natura terroristica delle attivita' di Hamas.
Washington ha bocciato anche una seconda dichiarazione, piu' blanda, e, dal momento che le risoluzioni dell'esecutivo Onu vanno approvate all'unanimita', la riunione non ha prodotto alcun documento.

La Commissione europea ha chiesto ad Israele di "rispettare gli obblighi internazionali" e di permettere che gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione palestinese che "soffre e muore" sotto i bombardamenti israeliani. L'organo esecutivo dell'Ue ha annunciato che, "al piu' presto possibile", inviera' altri tre milioni di euro in aiuti nel territorio controllato da Hamas e ha chiesto allo Stato ebraico che assicuri "uno spazio umanitario" per distribuire i rifornimenti di cibo e medicine.



"Un milione e mezzo di persone sono ammassate in un'area che corrisponde poco piu' all'1% della superficie del Belgio", ha affermato il commissario per gli Aiuti umanitari Louis Michel, "la loro sopravvivenza dipende dagli aiuti che provengono dall'estero e, ogni giorno che passa, la loro situazione diventa piu' disperata". L'alto rappresentante per la Politica estera dell'Unione europea, Javier Solana, ha affermato che i Ventisette sono pronti a partecipare a un'eventuale missione di peacekeeping nella Striscia di Gaza.
Un eventuale dispiegamento di osservatori di pace, ha chiarito, "puo' essere fatto, anche se non in 24 ore e, per questo, abbiamo bisogno prima di un cessate-il-fuoco". Il ministero degli Esteri russo ha espresso "preoccupazione" per l'offensiva di terra israeliana, che valuta come un "passo pericoloso". Mosca ha annunciato che mandera' un inviato speciale nella regione per aiutare a raggiungere un cessate-il-fuoco che deve esserci da entrambe le parti.

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