Hanno reso deserto il giardino!
Molta gente si chiede perche' Israele non voglia restituire ai palestinesi i Territori occupati in cambio della pace. Una delle ragioni e' il fatto che circa la meta' dei rifornimenti d'acqua in Israele e' depredata dalla Montagna Acquifera e dal Bacino del Giordano, situati all'interno di essi.
Gerico era il principale centro agricolo della Palestina. Abbondanti sorgenti tutt'attorno rendevano fertile la terra che circonda l'antichissima citta', famosa per le sue arance, banane e fragole. Ora, tutto e' diverso. I campi stanno morendo ed i contadini sono senza lavoro e risorse.
La ragione di tutto cio' e' semplice: l'acqua. Gli illegali insediamenti ebraici conficcatisi in territorio palestinese hanno la priorita' nell'accesso all'acqua e questa risorsa diventa sempre meno disponibile per i palestinesi mano a mano che gli insediamenti crescono e nascono. A causa della posizione strategica tra Gerusalemme ed il Giordano, la regione di Gerico e' la piu' colpita.
Questa regione aiuta Israele a dividere la Gisgiordania in due settori, creando quei "fatti sul terreno" che precludono la possibilita' della realizzazione di uno "stato" palestinese. La crisi dell'acqua, pero', e' drammatica in tutti i Territori occupati.
Dal primo giorno dell'occupazione del 1967, Israele ha illegalmente sfruttato la Montagna acquifera ed il bacino del fiume Giordano. Molti storici ritengono che questa, in realta', sia stata la ragione occulta per l'invasione e l'occupazione della Cisgiordania. Uno dei primi ordini militari degli occupanti fu la confisca di tutte le sorgenti della Cisgiordania. Da allora, e' proibito per i palestinesi trivellare il loro territorio per cercare nuove sorgenti, mentre su quelle esistenti viene imposta una quota di rifornimento.
I tentativi di Israele di deviare l'acqua dal bacino del Giordano-Yarmuk nel Negev furono uno dei motivi chiave della guerra del 1967. E le Alture del Golan, che Israele rifiuta di restituire alla Siria, sono anch'esse ricche d'acqua.
Oggi, Israele usa il 79% della Montagna Acquifera e tutto il bacino del Giordano - esclusa una piccola quantita' che VENDE ai palestinesi di Gaza. Il risultato e' un apartheid anche nella distribuzione delle risorse: un israeliano ha diritto a 350 litri d'acqua al giorno, un palestinese a 70. La quantita' minima d'acqua raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' e' 100 litri.
Durante i mesi estivi, in cui l'acqua e' piu' scarsa, la compagnia idrica israeliana, la Mekorot, semplicemente, chiude i rubinetti delle citta' palestinesi. Cio' significa che, mentre i coloni ebrei riempiono le loro piscine fino all'orlo ed innaffiano i giardinetti delle ville a schiera, i villaggi della Palestina vengono ridotti alla sete.
Nelle situazioni di grave tensione, come quella attuale, il dramma si acuisce, specie per quel 25% di villaggi palestinesi che non sono mai stati collegati a rifornimenti idrici indipendenti.
Dall'inizio dell'Intifada, Israele ha reso pressocche' impossibile ai tanks di acqua di entrare nelle aree palestinesi. Bet'selem, gruppo israeliano per la difesa dei diritti umani nei Territori occupati denuncia che l'esercito d'occupazione picchiano ed umiliano deliberatamente i guidatori di questi tanks e spesso sciupano l'acqua che trasportano. Il Gruppo Idrologico Palestinese denuncia gli atti di vandalismo che i coloni armati della Cisgiordania compiono contro le riserve d'acqua dei villaggi palestinesi, rovesciando, forando i contenitori e le condutture e inquinando le sorgenti. L'esercito israeliano, durante gli assedi alle citta' palestinesi (e tutti abbiamo visto le scene di Betlemme, Ramallah e Jenin completamente allagate, durante l'ultimo assalto, con i tubi dell'acqua perforati dalle pallottole), deliberatamente e di routine danneggia le condutture d'acqua, cosa che e' universalmente considerata un crimine di guerra. Yehezkel Lein, di Bet'selem ha affermato: "Il processo di Oslo ha cercato di "istituzionalizzare" il furto dell'acqua palestinese da parte di Israele e, difatti, Israele mantiene il controllo totale dell'acqua nei territori palestinesi occupati".
Gran parte dell'acqua "di" Israele, dunque, proviene dai Territori occupati, e la cosa piu' vergognosa e' che essa viene sperperata dai coloni per i loro giardini e le loro piscine.
L'estrazione continua di acqua dal Giordano, ha provocato una pericolosa diminuzione della portata d'acqua di questo fiume che, dicono gli esperti, tra 50 anni, se continuera' lo sfruttamento intensivo cui l'hanno sottoposto gli israeliani, semplicemente sparira' dalla geografia della Palestina.
Un mito di Israele (confutato del resto da tutti gli studiosi e gli storici. Tra l'altro, nella storia, gli ebrei non sono mai stati "agricoltori) e' quello di "aver fatto fiorire il deserto". I palestinesi vivevano nel territorio della Palestina, la cosiddetta mezzaluna fertile, senza danneggiare l'ambiente ed il territorio, in sintonia ed armonia con esso. Credendo di stare trasformando il deserto in giardino, Israele, in realta', sta trasformando quello che era un giardino in deserto, incapace di fornire ai suoi abitanti l'acqua, il bene piu' prezioso per la sopravvivenza di uomini e territorio.
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