venerdì 9 gennaio 2009

fermate il massacro!!!!

Gaza, la guerra continua, volantini su escalation
sabato, 10 gennaio 2009 8.09

* Israele continua gli attacchi dopo aver respinto la richiesta di tregua Onu

* Funzionari sanitari fissano il bilancio delle vittime palestinesi a 821

* Scontri continuano anche nelle tre ore di tregua

* Volantini nel sud di Gaza avvisano di escalation nei bombardamenti

GAZA (Reuters) - Carri armati israeliani sono avanzati oggi a Gaza mentre i militanti di Hamas hanno sparato nuovi razzi verso lo stato ebraico, sfidando gli sforzi internazionali volti a fermare il conflitto che dura ormai da 15 giorni, con Israele che ha ammonito di una possibile escalation dei suoi bombardamenti.

Otto palestinesi sono morti per un colpo sparato da un carro armato israeliano a Jabalya nel nord della striscia di Gaza, mentre un raid aereo su una casa nella vicina Beit Lahiya ha ucciso una donna, secondo quanto riferito dai medici palestinesi.
Si pensa che tutti i morti a Jabalya facciano parte della stessa famiglia, ma l'esercito israeliano nega di avere compiuto un attacco nella zona.
Il bilancio delle vittime palestinesi, che include anche diversi cecchini palestinesi, è al momento di almeno 821, secondo il ministero della Salute di Gaza. Dieci soldati israeliani e tre civili sono invece stati uccisi dal fuoco di Hamas.
Gli scontri sono continuati anche durante la finestra di tregua di tre ore che Israele ha stabilito negli ultimi giorni per consentire agli aiuti umanitari di raggiungere il milione e mezzo di abitanti di Gaza.
Mentre i carri armati avanzavano nel nord di Gaza e gli aerei colpivano obiettivi nella Striscia, i razzi di Hamas hanno colpito la città di Ashkelon, a circa 20 km a nord di Gaza, ferendo tre israeliani.
L'esercito israeliano ha anche lanciato volantini nel sud di Gaza, intorno alla città di Rafah, ammonenendo i residenti di stare lontano dai militanti, dai depositi di armi e dalle gallerie, nel segnale che potrebbero puntare ad un escalation nei bombardamenti.
"Nel prossimo periodo, l'esercito israeliano continuerà ad attaccare i tunnel, i depositi e i terroristi in tutta la striscia di Gaza", recita il volantino.
Preoccupate dall'impatto della guerra sul milione e mezzo di residenti a Gaza, la metà dei quali dipendono dai rifornimento di cibo dell'Onu, le Nazioni unite hanno detto di aver ripreso la piena distribuzione del cibo dopo aver ricevuto l'assicurazione dagli israeliani che il loro personale non sarà colpito.

Nonostante la risoluzione del consiglio di sicurezza dell'Onu che chiede una tregua e gli sforzi di mediazione dell'Egitto, Israele sembra pronta a mantenere la pressione con la sua offensiva, concepita per fermare i lanci di razzi da parte di Hamas che, per contro, sono aumentati.
L'esercito israeliano ha riferito che 15 militanti di Hamas sono morti in una serie di 40 raid aerei effettuati stamani contro i siti predisposti per il lancio di razzi, i tunnel usati per contrabbandare armi, oltre che i depositi e le strutture per la loro fabbricazione .
Secondo medici palestinesi, due militanti sono morti e un attacco aereo israeliano ha colpito il muro di cinta di un ospedale, ferendo un lavoratore. Il bombardamento di gallerie al confine con l'Egitto ha invece messo fuori uso l'elettricità a Rafah, dicono i residenti.
Il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha definito ieri "impraticabile" la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che chiede una tregua "immediata e duratura".

INCONTRO ABBAS-MUBARAK AL CAIRO

Intanto oggi il presidente palestinese Mahmoud Abbas, del partito Fatah, nemico politico di Hamas, ha incontrato il presidente egiziano Hosni Mubarak al Cairo. I due hanno discusso del possibile dispiegamento di forze internazionali lungo il confine tra Gaza e l'Egitto nell'eventualità di una tregua, ma secondo Abbas i soldati dovrebbero stare all'interno della stessa Gaza.
I diplomatici credono però che l'iniziativa egiziana, sponsorizzata anche dal presidente francese Nicolas Sarkozy, sia in una fase di stallo, anche se Israele ha detto che i colloqui continueranno e Hamas ha inviato una propria delegazione al Cairo.

"C'è una crescente sensazione che il piano franco-egiziano non funzionerà", ha detto a Reuters un diplomatico europeo.

In una telefonata a Olmert, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon "ha espresso delusione per la violenza che sta continuando" in totale spregio della risoluzione, ha riferito la portavoce Michele Montas, aggiungendo che lo stesso messaggio è stato inviato indirettamente anche ad Hamas.
Ieri, il gabinetto per la sicurezza israeliano ha discusso per la seconda volta in tre giorni se inviare i riservisti per una spinta ulteriore dell'offensiva all'interno di Gaza.


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MASSACRI da parte di Ubaldo Baldi


Ieri alle 18.44


In 110 ammassati in una casa e bombardati


l'Onu denuncia il massacro di 30 civili
Il racconto di un ragazzo sopravvissuto, che ha perso madre e fratelli. Nel quartiere almeno 50 morti, si scava tra le macerie

GAZA - "Abu Salah è morto, sua moglie è morta. Abu Tawfiq è morto, suo figlio è morto e anche sua moglie. Mohammed Ibrahim è morto, e sua madre è morta. Ishaq e Nasar sono morti. Tanta gente è morta". Ahmed Ibrahim Samouni ha tredici anni è quel che gli tocca raccontare è un massacro, la distruzione di gran parte della sua stessa famiglia e di altre decine di persone che come lui sono rimasti 24 ore chiusi in una casa che doveva essere il loro rifugio ed è diventata una trappola.

Ammassati in casa e poi bombardati. Sono morti così almeno una trentina di palestinesi in un'unica casa a Zeitoun, quartiere a sud di Gaza City. "Uno dei più gravi episodi dall'inizio delle operazioni", denunciano le Nazioni Unite. Le vittime del bombardamento del quartiere arriverebbero almeno a cinquanta. Tra le macerie si cercano ancora decine di dispersi, secondo i soccorritori il bilancio è destinato a salire.

Il 4 gennaio scorso, raccontano testimoni oculari citati dal Coordinamento degli Affari umanitari dell'Onu (Ocha), centodieci persone, oltre la metà bambini, sono stati radunati in un edificio a un piano dai militari dell'esercito israeliano.

Da un giorno l'esercito era penetrato via terra, e sono stati proprio i soldati a raccomandare ai civili di restare chiusi dentro "per la loro stessa sicurezza". Il giorno dopo, la casa è stata sottoposta a un violento bombardamento.


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Respinta la risoluzione che chiede un immediato cessate il fuoco nella Striscia
"Venerdì di rabbia" per Gaza,


manifestazioni in tutto il mondo, feriti a Ramallah e NairobiNo di Israele e Hamas all'appello Onu

Migliaia in piazza contro l'offensiva

Fonti sanitarie palestinesi:

dall'inizio delle operazioni più di 800 morti

Una manifestazione contro l'offensiva a Gaza ad Algeri




GAZA - L'appello dell'Onu per un cessate il fuoco "immediato e duraturo" nella Striscia di Gaza è stato respinto con un secco no da entrambe le parti in causa, Israele e Hamas.
L'operazione "Piombo Fuso" è arrivata al quattordicesimo giorno e anche oggi raid israeliani hanno colpito obiettivi di Hamas, mentre militanti islamici hanno lanciato razzi in territorio israeliano, a poche ore dall'appello di Palazzo di Vetro.
E fonti sanitarie palestinesi hanno reso noto che dall'inizio dell'offensiva sono stati uccisi oltre 800 palestinesi.
Nel mondo arabo migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro l'offensiva a Gaza, che dall'inizio delle operazioni ha provocato la morte di 780 palestinesi e il ferimento di 3.200. E l'Onu ha lanciato dure accuse ad Israele, denunciando il massacro di 30 civili radunati in un'abitazione
LA CRONACA DELLA GIORNATA


Olmert: "L'offensiva prosegue". Poco dopo la fine della tregua di tre ore, alle 15, il gabinetto di sicurezza del governo israeliano ha votato a favore del proseguimento dell'offensiva. Per il premier israeliano Ehud Olmert la richiesta di Palazzo di Vetro è "irrealizzabile", "non può funzionare", e l'offensiva "andrà avanti". Il ministro degli Esteri Tzipi Livni ha avvertito che lo Stato ebraico "agirà soltanto sulla base delle proprie valutazioni" ed eserciterà "il diritto all'autodifesa".

Hamas: "Risoluzione non è nel nostro interesse". Dal canto suo Hamas ha fatto sapere, tramite una fonte del gruppo dirigente a Beirut, Raafat Morra, di non poter accettare la risoluzione votata all'Onu, con l'astensione degli Stati Uniti, perché non è nell'interesse del popolo palestinese.

Ue e Casa Bianca "molto preoccupate".

Dall'Ue continuano ad arrivare appelli alla moderazione: la presidenza ceca dell'Unione ha esortato oggi Israele e Hamas a evitare tutti gli atti che possano contribuire alla continuazione di una escalation delle violenze a Gaza, dicendosi in una nota "molto preoccupata" della situazione. Stesse parole ripetute dalla Casa Bianca, che ha tuttavia avvertito che la situazione non migliorerà finché Hamas continuerà a lanciare razzi contro Israele. Il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice ha aggiunto che è difficile per Israele evitare il massacro dei civili in un'area così densamente popolata come Gaza, mentre Hamas li usa come scudi umani.

Continuano nel frattempo gli sforzi diplomatici: al Cairo è atteso il presidente dell'Anp Abu Mazen che deve incontrare il leader egiziano Hosni Mubarak, mediatore nella crisi, mentre domani arriva nella capitale egiziana una delegazione di Hamas.

Frattini: "Dall'Onu messaggio chiaro". Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha espresso "apprezzamento" per la risoluzione Onu che, ha osservato, invia "un messaggio chiaro per un cessate il fuoco permanente" e un "invito pressante, che riproponiamo al governo israeliano, di consentire il flusso degli aiuti umanitari alla popolazione civile palestinese". Frattini ha ricordato che "Roma sta preparando un'iniziativa umanitaria e che prima di parlare di risoluzioni di medio periodo serve che vi sia un cessate il fuoco effettivo e garantito" e che gli aiuti umanitari raggiungano i civili colpiti dall'offensiva israeliana.

Venerdì di rabbia per Gaza.


Da Bagdad a Caracas, da Sarajevo a Kuala Lumpur, da Ramallah ad Algeri, da Giacarta ad Atene, migliaia di persone sono scese in piazza oggi per il secondo "venerdì di rabbia", convocato dagli Ulema islamici contro l'offensiva israeliana in Palestina.
Al termine della preghiera del venerdì, imponenti manifestazioni hanno invaso le strade di tutto il mondo arabo.
A Bagdad più di duemila persone, convocate dal movimento sciita dello sceicco Moqtada Al-Sadr, si sono riunite davanti al loro quartier generale. Nei sobborghi di Sadr-City non sono risuonati solo slogan contro Israele, ma anche contro gli Stati Uniti, accusati di appoggiare la politica dello stato ebraico.
Particolarmente violenti gli scontri a Ramallah e a Nairobi, dove diverse persone sono rimaste ferite.

(9 gennaio 2009)


VITTORIO ARRIGONI





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