domenica 4 gennaio 2009

VITTORIO ARRIGONI

GAZA: COLPI D'ARTIGLIERA SU OSPEDALE JABALYA, EVACUATO

Betlemme, 4 gen. -
A Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza, la Mezzaluna rossa sta evacuando l'ospedale. La decisione e' stata presa stanotte, in seguito a una raffica di colpi di artiglieria dell'esercito israeliano. "Era un avvertimento - ha spiegato al telefono Vittorio Arrigoni volontario dell'International Solidarity Movement nella Striscia - Ora ci stiamo spostando verso l'ospedale di Shifa ma la Mezzaluna rossa ha organizzato una base mobile per strada".
Le operazioni di soccorso sono lente e sempre piu' difficili.
Il volontario italiano ha spiegato che, per circolare, le ambulanze, sulle quali possono salire solo sue persone, devono prima prendere accordi con la Croce rossa e poi chiedere l'autorizzazione ai vertici militari israeliani. "Mentre aspettiamo, la gente muore - ha detto -. Per questo abbiamo deciso di muoverci verso zone che riteniamo 'sicure' e li' aspettiamo che ci portino i feriti". Arrigoni ha raccontato che le sale d'emergenza degli ospedali sono piene di cadaveri: "E' vero, alcuni sono miliziani ma la maggior parte sono civili.
Oggi ho visto una coppia che trascinava un carretto con due bambini, i loro figli, in fin di vita: quello che stanno facendo e' semplicemente fuori da ogni logica".

-LETTERA APERTA AI POLITICI ITALIANI da parte di

Luisa Morgantini Vice Presidente del Parlamento Europeo

Non una parola, non un pensiero, non un segno di dolore per le centinaia di persone uccise, donne, bambini, anziani e militanti di Hamas, anche loro persone.
Case sventrate, palazzi interi, ministeri, scuole, farmacie, posti di polizia. Ma dove è finita la nostra umanità.
Dove sono i Veltroni, con i loro “I care”, come si può tacere o difendere la politica di aggressione israeliana.
La popolazione di Gaza e della Cisgiordania, i palestinesi tutti, pagano il prezzo dell’incapacità della Comunità Internazionale di far rispettare ad Israele la legalità internazionale e di cessare la sua politicale coloniale.
Certo Hamas con il lancio dei razzi impaurisce ed è una minaccia contro la popolazione civile israeliana, azioni illegali, da condannare.
Bisogna fermarli.
Ma basta con l’ impunità di Israele e dei ricatti dei loro gruppi dirigenti.
Dal 1967 Israele occupa militarmente i territori palestinesi, una occupazione brutale e coloniale.
Furto di terra, demolizione di case, check point dove i palestinesi vengono trattati con disprezzo, picchiati, umiliati, colonie che crescono a dismisura portando via terra, acqua, distruggendo coltivazioni.
Migliaia di prigionieri politici, ai quali sono impedite anche le visite dei familiari.
Ma voi dirigenti politici, avete mai visto la disperazione di un contadino palestinese che si abbraccia al suo albero di olivo mentre un buldozzer glielo porta via e dei soldati che lo pestano con il fucile per farglielo lasciare, o una donna che partorisce dietro un masso e il marito taglia il cordone ombelicale con un sasso perché soldati israeliani al check point non gli permettono di passare per andare all’ ospedale, o Um Kamel, cacciata dalla sua casa, acquistata con sacrifici perché fanatici ebrei non sopravissuti all’olocausto ma arrivati da Brooklin, pensando che quella terra e quindi quella casa sia loro per diritto divino, sono entrati di forza e l’hanno occupata perché vogliono costruire in quel quartiere arabo di Gerusalemme un'altra colonia ebraica. Avete mai visto i bambini dei villaggi circostanti Tuwani a sud di Hebron che per andare a scuola devono camminare più di un ora e mezza perché nella strada diretta dal loro villaggio alla scuola si trova un insediamento e i coloni picchiano ed aggrediscono i bambini, oppure i pastori di Tuwani che trovano le loro tanche d’acqua o le loro pecore avvelenate da fanatici coloni, o la città di Hebron ridotta a fantasma perché nel centro storico difesi da più di mille soldati 400 coloni hanno cacciato migliaia di palestinesi, costringendo a chiudere più di 870 negozi.
Avete visto il muro che taglia strade e quartieri che toglie terre ai villaggi che divide palestinesi da Palestinesi, che annette territorio fertile e acqua ad Israele, un muro considerato illegale dalla Corte Internazionale di giustizia. Avete visto al valico di Eretz i malati di cancro rimandati indietro per questioni di sicureza, negli ultimi 19 mesi sono 283 le persone morte per mancanze di cure, avrebbero dovuto essere ricoverate negli ospedali all’estero, ma non sono stati fatti passare malgrado medici israeliani del gruppo Phisician for Human rights garantissero per loro. Avete sentito il freddo che penetra nelle ossa nelle notte gelide di Gaza perché non c’è riscaldamento, non c’è luce, o i bambini nati prematuri nell’ospedale di Shifa con i loro corpicini che vogliono vivere e bastano trenta minuti senza elettricità perché muoiano.
Avete visto la paura e il terrore negli occhi dei bambini, i loro corpi spezzati. Certo anche quelli dei bambini di Sderot, la loro paura non è diversa, e anche i razzi uccidono ma almeno loro hanno dei rifugi dove andare e per fortuna non hanno mai visto palazzi sventrati o decine di cadaveri intorno a loro o aerei che li bombardano a tappeto.
Basta un morto per dire no, ma anche le proporzioni contano dal 2002 ad oggi per lanci di razzi di estremisti palestinesi sono state uccise 20 persone.
Troppe, ma a Gaza nello stesso tempo sono stati distrutte migliaia e migliaia di case ed uccise più di tre mila persone tra loro centinaia di bambini che non tiravano razzi.
Dopo le manifestazioni di Milano dove sono state bruciate bandiere israeliane, voi dirigenti politici avete tutti manifestato indignazione, avete urlato la vostra condanna. Ne avete tutto il diritto.
Io non brucio bandiere né israeliane né di altri paesi e penso che Israele abbia il diritto di esistere come uno Stato normale, uno stato per i suoi cittadini, con le frontiere del 1967, molto più ampie di quelle della partizione della Palestina decisa dalla Nazioni Unite del 1947.
Avrei però voluto sentire la vostra indignazione e la vostra umanità e sentirvi urlare il dolore per tante morti e tanta distruzione, per tanta arroganza, per tanta disumanità, per tanta violazione del diritto internazionale e umanitario.
Avrei voluto sentirvi dire ai governanti israeliani: Cessate il fuoco, cessate l’assedio a Gaza, fermate la costruzione delle colonie in Cisgiordania, finitela con l’ occupazione militare, rispettate e applicate le risoluzioni delle Nazioni Unite, questo è il modo per togliere ogni spazio ai fondamentalismi e alle minaccie contro Israele.
Ieri lo dicevano migliaia di israeliani a Tel Aviv, ci rifiutamo di essere nemici, basta con l’occupazione.
Dio mio in che mondo terribile viviamo.
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LAURA HA SCRITTO SU FACE BOOK:

Gli Ebrei veri.. mi sono simpatici... se stanno a casa loro e non ammazzano innocenti... con armi di distruzione e soldi ..forniti loro da chi vuole che Israele sia una GROSSA spina nel fianco del mondo Arabo.

Adesso basta!

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Matteo Luigi Napolitano ha scritto il 04 gennaio alle ore 20.46



Cara Laura,
Non so se sono l'unico destinatariio di questa lettera, ma essa mi stimola ad alcune considerazioni che vorrei sottoporle.
A me sembra che la questione mediorientale non si possa affatto porre nei termini che ho letto.
1) In questa circostanza Israele ha subito degli attacchi di razzi Kassam, che hanno una portata media di 40 km. Basta tracciare con un compasso il raggio partendo da Belt Lalhya e da Belt Hanoun (le città della striscia da dove lanciano i Kassam) per vedere l'esatta portata dell'offensiva palestinese. Che non è una guerra dichiarata, che è un attacco proditorio contro vittime civili (anche se ebraiche) e che è stata più volte condannata dalle Nazioni Unite. Barack Obama, mentre era ancora senatore, si è espresso esattamente in questi termini.
2) Nessuno di Hamas si è mai preoccupato di dove andassero a finire i razzi Kassam: se andassero a colpire mliitari o civili, uomini, donne o bambini. In un caso, addirittura è stata uccisa una bambina palestinese, i cui funerali le TV arabe non hanno trasmesso come avviene solitamente quano si espongono cadaverini uccisi dagli ebrei cattivi.
Anche Hamas, dunque, ha messo in conto di uccidere coi Kassam degli innocenti. O no? Il motivo di tutto ciò è molto semplice. Hamas non riconosce Israele come uno Stato libero e indipendente, membro delle Nazioni Unite. Per Hamas, Israele non esiste, e idem dicasi per i palestinesi di Gaza (che in maggioranza ad Hamas hanno dato il loro voto e il loro consenso).
3) Volere-volare, anche senza difenderlo a spada tratta, va constatato che Israele è l'unica democrazia nell'area, l'unica enclave democratica circondata da Stati arabi non democratici. Basta confrontare, cara Laura, le rispettive legislazioni, le carte fondamentali, le normative locali comuni. Basta confrontare la stampa, i dibattiti governativi e parlamentari, per rendersene conto. Peraltro, dall'unico varco libero di Kerem Shalom, Israele ha consentito il passaggio di convogli di aiuti diretti a Gaza. Anche dei convogli provenienti dall'Iran. Uno stato non democratico consentirebbe mai tal cosa?
4) Israele deve difendere il suo diritto a vedersi riconosciuta l'esistenza in vita. Ha risposto a un attacco, per alcuni in maniera sproporzionata, per altri giustamente ed equamente. Indipendentemente da ciò, l'offensiva israeliana non ci sarebbe stata senza il lancio continuato di razzi Kassam. Per cui, senza tema, io posso dire che nessuno Stato palestinese esisterà mai, né dovrà mai esistere, finché non verrà da questo riconosciuto il diritto all'esistenza di Israele.
5) I paesi arabi hanno fomentato, per il loro sporchi interessi politici, tutta questa situazione. L'Egitto, fra l'altro, che ha molto lucrato dal 1967 su tutta questa situazione, ora ce l'ha a morte con Hamas, per aver provocato questa crisi. Sbaglia anche l'Egitto? Sbaglia ad aver chiuso il varco di Rafah, che molti palestinesi di Gaza cercano invano di attraversare in cerca di salvezza?
Israele, poi, può avere forse mille altri torti (io, ad esempio, vedo sempre con grande preoccupazione gli eredi di Sharon); ma, di fatto, ora è impegnato nella difesa della sua dignità e della sua esistenza. Il fatto che persino all'ONU non si sia riusciti a promuovere una risoluzione di condanna (e non semplicemente per l'azione degli Stati Uniti) la dice lunga.
Poi, naturalmente, tutti dobbiamo auspicare l'unica soluzione possibile: la pace più lunga possibile in una terra con due Stati: uno ebraico, l'altro palestinese.


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A MATTEO LUIGI NAPOLITANO.......


LAURA RISPONDE


TI RINGRAZIO DELLA LUNGA LETTERA
.....ma io continuo a pensare :
che Israele e gli Israeliani siano gli aggressori.
Bada che io non parlo di Ebrei!
Sono stata li' una sola volta e mi è bastato per capire che gli Israeliani sono tutte persone venute da altri paesi.
.. che QUELLE PERSONE SI SONO TRASFERITE LI' IN QUELLA TERRA GIA' precedentemente abitata dai palestinesi, allevatori di capre e poveri,per motivi non puramente religiosi .
La storiella della terra promessa a me non sta bene!

HO CAPITO CHE :
che agli Stati Uniti serve uno stato che tenga a bada ...gli stati arabi.
che questo tipo di stato serve anche all' Europa .
che noi Europei purtroppo siamo implicati in questo problema e non possiamo girare la testa e non guardare.
che l' ONU non puo' che essere divisa su questo argomento.
...CHE NOI ITALIANI siamo divisi come sempre.
....E SOPRATTUTTO CHE ISRAELE HA LE ARMI , IL DENARO E GLI APPOGGI NECESSARI PER TENTARE DI VINCERE QUESTA COME ALTRE GUERRE LAMPO, CHE, DI VOLTA IN VOLTA, SI PRESENTANO COME NECESSITA' DI DIFENDERSI.
.......e che ISRAELE COL NOSTRO APPOGGIO potrebbe anche, alla fine, vincerne moltissime,allargando il suo territorio e ricacciando indietro gli arabi.
...ma io ,che ho visitato, anni addietro, anche DACAO, posso assicurarti che almeno per quanto mi compete ....non avvallero' questo nuovo genocidio.

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