Sabato 10 Dicembre 2011
Manovra, rush finale.
Il premier Monti, sacrifici per tutti. Nel dl prevista la riduzione di 5 mila euro di indennità dei parlamentari. Pronto un emendamento. Fini,"no a tattiche dilatorie"
Conto alla rovescia per il via libera nelle Commissioni alla manovra targata Monti. Si comincerà a votare domani sera, ma per venire incontro alle richieste dei partiti su pensioni e Imu il governo deve trovare in poco tempo almeno 5 miliardi: 2,5 per indicizzare fino a 1500 euro, altrettanti per attenuare la misura sulla prima casa per le famiglie. Si starebbe pensando, riferiscono fonti parlamentari, di incrementare l'imposta sui capitali scudati, ma un intervento simile porterebbe nelle casse non più di 2 miliardi. Ecco perchè l'esecutivo potrebbe aprire in tema di previdenza e ‘chiudere’ sull'Imu. Si capirà solo dopo l'incontro tra governo e sindacati quale percorso verrà scelto, anche se appare ormai certo l'uso della fiducia in Aula.
Ma oggi a far discutere è il rinvio del taglio degli stipendi ai parlamentari. Il pressing del governo non è stato gradito dal Parlamento. La minaccia di un provvedimento d'urgenza che avrebbe portato alla riduzione di indennità fino a 5 mila euro è stata 'stoppata' con la promessa che verrà presentato un emendamento per il livellamento retributivo Italia-Europa. Mario Monti, fanno osservare fonti ministeriali, ha sempre premesso di non voler ledere l'autonomia del Parlamento. Anche perchè le tappe dell'iter parlamentare della manovra sono state studiate in un apposito incontro con i presidenti di Camera e Senato alcuni giorni fa.
Ma il Professore, riferiscono le stesse fonti, non avrebbe nascosto che in questo modo si fa passare un messaggio negativo al Paese, proprio in un momento in cui si richiedono sacrifici a tutti. Domani il premier incontrerà i sindacati proprio per ribadire la gravità della situazione economica e l'orientamento emerso oggi rischia di acuire ancor di più la distanza tra la politica e i cittadini. Del resto Monti ha ripetuto in ogni occasione che il suo esecutivo è nato anche per consentire alla politica di recuperare quella credibilità perduta agli occhi dell'opinione pubblica.
“E questa decisione - spiega un ministro - non contribuisce certamente ad un riavvicinamento della gente". Ad ogni modo il presidente della Camera Gianfranco fini ha escluso che nel Parlamento ci possa essere un'azione dilatoria o di contrasto al taglio. “Non è in discussione la revisione dell'indennità dei deputati ma la norma della manovra è stata scritta male e dovrà essere corretta.
“Da parte nostra nessun rallentamento sui tagli ai costi della politica e agli stipendi dei parlamentari. Su un tema così delicato il Parlamento non si faccia commissariare dal governo”, incalza il segretario del Pli Angelino Alfano.
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